Skip to the content

App interattiva

La Villa virtuale sul tuo telefono

Ti aspettiamo alla Villa per completare la tua esperienza!

IN FASE DI AGGIORNAMENTO

Aggiornamenti automatici

Naviga offline

Schede interattive

L'App ti permette di consultare i contenuti della Villa, la sua storia e le curiosità con fotografie, filmati e dettagli.

Una volta in Villa, avvicinati ad una stanza o una teca per visualizzare direttamente nell'App informazioni e foto attraverso i Beacons presenti, utilizzando la tecnologia bluetooth.

Ascolta l'audioguida per saperne di più sulla stanza che stai guardando. Amplifica la tua esperienza di visita.

Integrata con il museo

Il museo è dotato di sensori (Beacon) affiancati alle stanze più importanti. I sensori vengono individuati dalla nostra App e nel momento in cui ti avvicini si aprirà la pagina dedicata. Potrai così approfondire quello che vedi con informazioni storiche, fotografie dei particolari e un’audioguida da ascoltare.

Scarica ora

Anche se non sei fisicamente alla Villa, puoi già consultare tutti i contenuti digitali dell'App.
Scarica subito la nostra App ufficiale Villa dei Mosaici di Spello su qualsiasi dispositivo mobile (smartphone o tablet Android o iOs).

IN FASE DI AGGIORNAMENTO

Postazioni multimediali

Interagisci con le nostre postazioni digitali nella sala multimediale e scopri come vivevano i Romani nell’età imperiale.

Interagisci con i tablet

Apprendi gli stili di vita degli antichi Romani

Approfondisci l'informazione che ti interessa

Scopri in anteprima alcuni contenuti

Il termine latino usato dagli scrittori antichi per indicare gli edifici privati costruiti fuori città era villa, una parola che ha un ampio spettro di significati: per i Romani erano villae sia le fattorie destinate alla sola produzione agricola, che chiamavano rusticae, sia le lussuose residenze pensate per il riposo, le cosiddette ville d’otium. Tra questi due estremi vi erano tipologie intermedie: le ville produttive attrezzate anche per il soggiorno temporaneo, ville di lusso comprendenti settori ideati per colture specializzate. Dal II secolo a.C. si edificarono ville prestigiose nelle città o nelle loro immediate vicinanze: queste ultime erano dette urbanae e spesso erano circondate da giardini. Le ville rusticae erano in genere fattorie adibite a scopi produttivi con personale schiavistico. La pianta delle ville d’otium si ispirava a modelli greci.

La sala da pranzo si chiama triclinium, camera con tre letti. I letti erano disposti a U attorno a una tavola centrale e ognuno poteva accogliere tre commensali. A Roma, gli uomini adulti mangiavano sdraiati, appoggiati sul gomito sinistro, l’uno accanto all’altro, con la testa rivolta verso la tavola. Le donne e i bambini – quando veniva loro permesso di assistere al pranzo - stavano seduti. Le stanze da pranzo erano, insieme all’atrio, gli ambienti più lussuosi: il banchetto infatti si svolgeva dove si accoglievano gli amici, luogo di una socialità aperta all’esterno tramite la condivisione dell’intimità. Talvolta esistevano due sale da pranzo, una più piccola nella parte posteriore della casa, in cui il pasto veniva consumato nell’intimità della famiglia, l’altra più sontuosa, nella parte anteriore, usata in occasione di ricevimenti.

Nelle dimore dei ricchi le stanze furono lussuosamente arredate solo dall’età ellenistica (323 a.C.-31 a.C.). Tendaggi, decorazioni parietali con stucchi e pitture, ornati lignei e pittorici per soffitti, pavimenti a mosaico, dipinti e sculture conferivano agli ambienti forti accenti cromatici. Nelle stanze c’erano armadi a muro, letti, tavoli di marmo, transenne o tramezzi scorrevoli.
La disposizione del mobilio seguiva schemi precisi: tavoli, fissi o mobili, al centro delle stanze, mobili e statue lungo le pareti. Il pezzo forte era il letto, per dormire, mangiare e lavorare.
Vari erano i tipi di sedie: il seggio del dominus (solium), il trono con spalliera arcuata (cathedra), proprio delle donne e sgabelli (scamna o subsellia). Negli armadi (armaria), tipicamente romani, di legno e intarsiati con avorio, ebano, oro, argento e persino tartaruga, si riponevano rotoli di libri, provviste e vasellame; gli abiti invece erano custoditi nei bauli.